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Indennizzo diretto e avvocati: una riflessione da non perdere

Sempre dalla lista di Civile.it (dalla quale deriva il tono cordiale, epistolare e veloce che perdonano banali errori di battitura) un approfondimento autorizzato per la pubblicazione dell'avv. Mecacci che dovrebbe interessare tutti. Fonte: Civile.it

 

HHo cominciato a leggere il testo del codice divulgato dal governo, per ora soltanto mediante chiavi elettroniche e poco più (il classico "cerca" all'interno del testo pdf). Visto che le associazioni dei consumatori e gli assicuratyori hanno fatto un gran "puzzo" (come si dice a Firenze) sull'avvenuta estromissione dei legali dalla procedura, ho cominciato ad analizzare il testo cercando parole come "compensi", "professionisti", "notule", etc. Le uniche parole che ho riscontrato (tranne che nel capo relativo all'assicurazione per la "tutela legale") sono quelle dell'art. 148 comma 11, che riproducono, anzi forse la sciando qualche spazio in più, il relativo comma della l. 39/77. Leggo infatti (art. 148 comma 11): L'impresa, quando corrisponde compensi professionali per l'eventuale assistenza prestata da professionisti, è tenuta a richiedere la documentazione probatoria relativa alla prestazione stessa e ad indicarne il corrispettivo separatamente rispetto alle voci di danno nella quietanza di liquidazione. L'impresa, che abbia provveduto irettamente al pagamento dei compensi dovuti al professionista, ne dà comunicazione al danneggiato, indicando l'importo corrisposto. Il testo, é ben diverso dal progetto di legge approvato dalla commissione della Camera, che prevedeva esplicitamente il diritto alla percezine dei compensi da parte dei professionisti soltanto "qualora" l'assicuratore non avesse rispetato i termini per formulare l'offerta o ne avesse fatta una insufficiente. Con la norma del Codice delle assicurazioni, mi pare invece che siano state confermate le regole usuali: diritto all'assistenza stragiudiziale ("eventuale" ma non vietata), e costi a carico dell'assicuratore. So bene che quest'ultimo eccepirà i soliti argomenti a sostegno della "non debenza" delle spese, cioé che durante i sessanta giorni (ora 90 per le lesioni) l'assicuratore avrebbe "diritto" di formualare l'offerta come gli pare. A questi argomenti, però, si può agevolmente replicare citando i principi di civiltà giuridica fissati dalla cassazione con la sentenza 11606/2005, che prevede un vero e proprio diritto dell'assicurato, ex art. 24 comma I cost. di farsi assistere da un professionista nella liquidazione stragiudiziale. Se questa é la norma che taglierebbe fuori gli avvocati, dunque, mi pare che la questione possa essere oggetto di ampia discussione.... Ovviamente ciò non varrebbe nel caso che mi fossi sbagliato nel consultare il codice e mi fosse sfuggita qualche altro "codicillo". Pregherei i colleghi di lista che ne avessero notizia comunque di segnalarlo, onde evitare figuracce... Infine, pur non volendo entrare nelle polemiche che ho letto, ma mi permetto di redarguire bonariamente alcuni colleghi che hanno affermato l'inutilità delle prestazioni che i professionisti fornirebbero in materia di assistenza stragiudiziale relativa ai sinistri stradali.... Si sono chiesti i colleghi di lista, che sicuramente si occuperanno di "altre materie" (come é di moda dire a Firenze per denigrare i "parafangai"), che succederebbe se questi principi fossero estesi anche alle "altre materie"? Se ad esempio il proprietario di un immobile che a seguito di omessa manutenzione ha dnneggiato un passante proponesse di risarcire il danni senza dare un soldo all'avvocato che assite il danneggiato perché così prevede la legge, che succederebbe? Se così facesse anche il contraffattore di marchi altrui? I colleghi che fanno "altre materie" accetterebbero di transigere stragiudizialmente senza essere pagati? O chiederebbero i soldi al loro cliente? Seguirebbero molto probabilmente questa seconda strada.... Ma se la questione fosse di poco conto (mettiamo 2000,00 Euro, come può capitare), rimarrebbero a bocca asciutta o preferirebbero non occuparsi di una questione di così poco conto? E se facessero così, avrebbero davvero tutelato il cliente lasciandolo a sé stesso? Così facendo, si creerebbe il contraltare di quella "franchigia giudiziaria" che tanto é cara ai nostri governanti assieme agli assicuratori, e di cui abbiamo già avuto dimostrazione n


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Chi: Avv. Mecacci Fonte: Civile.it








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