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Danno morale 2010-10-25 - Pdf - Stampa

Il danno morale va ancora liquidato: Cassazione 19816 del 2010

Dopo le sentenze di San Martino l'avv. Renato Savoia ci autorizza a segnalare questo sui video in materia di liquidazione del danno morale Fonte: Avv. Renato Savoia

 

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Per questo, mi permetto di richiamare il link al mio commento delle Sentenze di San Martino, originariamente uscito su Civile.it e Assicurativo.it il 14/11/08 e poi ripubblicato con un breve aggiornamento anche su questo sito, ove testualmente dicevo:


"Non sembrano corrette, a parere dello scrivente, le prime letture che si sono “stracciate le vesti” ipotizzando una scomparsa del danno c.d. morale.

 

La Cassazione, infatti, dice un'altra cosa.

 

Dice cioè che nel caso di degenerazioni patologiche della sofferenza è sbagliato concedere in automatico due voci di danno, di cui una (danno morale) sotto forma di percentuale dell'altra (danno biologico), dovendo invece applicarsi una personalizzazione al momento della liquidazione del danno biologico.

 

Il che non fa una piega, nel momento in cui si dice che il danno biologico e il danno morale non sono due danni diversi ma due definizioni, che attengono profili diversi, della stessa voce di danno, che a questo punto è il danno non patrimoniale (potremmo definirlo il “dannone” non patrimoniale).”

 

In questo stesso senso mi ero espresso nel corso di un podcast, pubblicato insieme a un breve commento che intitolavo: "Chi ha ucciso il danno morale (soprattutto: è stato ucciso)?", titolo da cui ho tratto evidentemente lo spunto anche per la titolazione odierna. 

 

 

Da allora più volte la lettura di altre sentenze della Cassazione ha fornito l'occasione di tornare sul punto. Per chi volesse seguire l'andamento cronologico della giurisprudenza segnalo:

 

- Cassazione 28407/08

 

- Cassazione 5057/09;

 

- Cassazione Sezioni Unite 3677/09;

 

- Cassazione 8669/09.

 

 

Adesso, con procedimento deciso in Camera di consiglio in quanto (attenzione!) manifestamente fondato, giunge l'ordinanza qui riprodotta in cui viene detto:

 

" Il diritto al risarcimento dei danni non patrimoniali deriva da una precisa norma del codice civile (art. 2059 cod. civ.), che la L. n. 57 del 2001, non ha certo abrogato".

 

Non che sia un'affermazione eccezionale quanto a novità (anzi...), ma diventa di fondamentale importanza nel rapporto tra il danneggiato da un lato e la compagnia assicurativa dall'altro.

 

Ancora:

 

"il giudice deve comunque tenere conto - nel liquidare l'unica somma spettante in riparazione - di tutti gli aspetti che il danno non patrimoniale assume nel caso concreto (danno alla vita, alla salute, ai rapporti affettivi e familiari, sofferenze psichiche, ecc.)."

 

 

E si conclude, l'ordinanza, con l'affermazione del seguente principio di diritto:

 

"La parte danneggiata da un comportamento illecito che oggettivamente presenti gli estremi del reato ha diritto al risarcimento dei danni non patrimoniali, ai sensi dell'art. 2059 cod. civ., i quali debbono essere liquidati in unica somma, da determinarsi tenendo conto di tutti gli aspetti che il danno non patrimoniale assume nel caso concreto (sofferenze fisiche e psichiche; danno alla salute, alla vita di relazione, ai rapporti affettivi e familiari, ecc.)".

 

La mia domanda è: basterà o ci sarà ancora bisogno di altro, per ritornare, de plano, a risarcire integralmente i danneggiati , ovverossia liquidando anche il danno morale?

 

O davvero si vogliono far intasare le aule di giustizia con richieste di risarcimento per il danno morale (rectius: danno non patrimoniale da sofferenza), considerato che a questo punto è  ormai chiaro che tali richieste dovranno inevitabilmente essere accolte?

 

                                                                                                    Renato Savoia 

 

* * *

Testo completo della sentenza al link indicato


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2010-10-25 Chi: Spataro Fonte: Avv. Renato Savoia Link: http://www.renatosavoia.com/news/video.php?num=752








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